Per un breve periodo della mia gioventù sono stato ossessionato dalla figura di Charles Manson. Non tanto come criminale, ma come simbolo di un processo esemplare che dall'utopica ricerca di una palingenesi, di un nuovo inizio, aveva condotto alla morte, alla disgregazione. Vi dedicai anche la sceneggiatura di quello che sarebbe dovuto essere il mio primo film, THE HOLE, poi diventata TOMESHA, e di cui il cortometraggio BLACK HARVEST era stato il prologo (poi abbandonato).
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