Parto dal presupposto che chiunque è libero di esprimere qualsiasi opinione vuole in merito a qualsivoglia mio lavoro. Parimenti, ognuno è responsabile di quel che scrive.
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Esce il 29 ottobre il mio sesto lungometraggio di finzione, BELLI DI PAPA'.
Qui trovate il trailer, qui la pagina facebook del film, qui un'intervista.
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Non so se il "fare-cinema" possa essere insegnato, però mi dispiace non aver frequentato una scuola di cinema. Una scuola offre almeno tre grandi opportunità per un aspirante cineasta: ti obbliga a riflettere su quel che stai facendo; ti fa capire come il cinema sia un lavoro collettivo; ti permette di costruire una rete di relazioni, indispensabile per iniziare in un settore così "affollato" come l'audiovisivo.
Forse è per questo che ho accettato di scrivere un libro chiamato MANUALE DI REGIA CINEMATOGRAFICA (http://www.ibs.it/…/c…/manuale-di-regia-cinematografica.html) in cui ho cercato di spiegare perchè, oltre a farlo, è importante che il cinema venga anche pensato, ragionato, organizzato, progettato, ecc.
Forse è proprio per questo che da tre anni insegno regia alla ACCADEMIA GRIFFITH. Non per creare degli "autori", ma cineasti in grado di lavorare con altri e, soprattutto, "per altri".
Spero di aver insegnato qualcosa di utile, sicuramente io ho imparato molto dai miei studenti.
Se vi interessa, dateci un'occhiata.
Ho raccolto le recensioni dei film italiani presentati a Venezia 2015 e usciti in questi giorni.
Ho visto gli incassi e il numero di biglietti venduti.
Ho letto la lettera sottostante inviata da un gruppo di giovani cineasti alla associazione 100 AUTORI (grazie a Fabio Bonifacci https://www.facebook.com/fabio.bonifacci?fref=nf per la segnalazione).
Il quadro è a dire poco triste, per non dire schizofrenico.
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Il mio terzo film si chiamava IL PARTIGIANO JOHNNY (2000). E’ tratto da uno dei romanzi più importanti e complessi del '900 italiano e, come suggerisce il titolo, racconta la formazione umana (anti-retorica e anti-ideologica) di un giovane che decide di combattere con i partigiani, pur comprendendo che la sua scelta va rimessa in discussione giorno dopo giorno. Quindici anni dopo, la Film Commission Piemonte propone una visita guidata ad alcuni luoghi "chiave" del romanzo e del film: Alba, le colline delle Langhe, i paesi dove abbiamo girato.
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