2002 — Drammaturgia Luci di Brindisi

di F.F.

Nel marzo del 1991 lo sbarco di migliaia di albanesi nel porto di Brindisi ha ispirato all'intellettuale spagnolo Jorge Semprun un appello, rivolto alle televisioni di tutta l'Europa, a proporre una "nuova visione, oggettiva e generosa, del fenomeno migratorio, ricordando innanzitutto il contributo essenziale che gli immigrati hanno dato alla costruzione di una Storia, di una cultura e di un'identità europea". Per millenni terra d'ospitalità e di continui flussi di persone, l'Europa si sta trasformando in una fortezza incapace di garantire i diritti fondamentali a chi in essa cerca ospitalità?

In Italia ha raccolto l'appello il gruppo Tele + , che ha commissionato 7 cortometraggi a noti registi, 6 italiani e l'albanese Edmond Budina. Il Festival di Torino ha presentato queste sette opere, assolutamente libere di scegliere forme, punti di vista e contesti nell'affrontare il tema dell'immigrazione in Europa (…).

Ma il lavoro migliore è senza dubbio Il contratto di Guido Chiesa (presente al Festival anche con Alice è in Paradiso, cronaca della vita e della morte di Radio Alice durante il '77 bolognese), uno dei più bravi documentaristi italiani e quello con più esperienza in questo campo tra i registi coinvolti. Il corto è la storia vera di Jedelin Gangbo, africano figlio di imprenditori, residente in Emilia da quando ne ha 4. Scrittore di talento, è stato recentemente pubblicato da Feltrinelli. Ma senza un passaporto italiano e un contratto di lavoro a lungo termine (e quanti scrittori ne hanno uno?), con la nuova legge Bossi-Fini sull'immigrazione rischia l'espulsione. L'Italia è diventata ricca, forse più velocemente di quanto si aspettava se, come pare, ha così paura di vedere intaccata questa ricchezza. Come spiegare altrimenti una legge così rigida e che punisce così indistintamente? In 15, divertenti, minuti di cinema-realtà (una realtà surreale), Chiesa sintetizza perfettamente le conseguenze paradossali della tendenza di un paese a chiudersi in se stesso.