SCUOLA DI CINEMA

Non credo si possa imparare a "fare cinema" a scuola: occorre la pratica, occorre prima di tutto la vita. Però penso che fare una scuola sia una grande opportunità, un'occasione arricchente.

Quando ho iniziato ad appassionarmi a questo linguaggio, in Italia esistevano pochissime scuole di cinema, di cui una sola nota nota su tutto il territorio nazionale, il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Ma prendevano 4-5 studenti di regia ogni due anni e l'idea di andare a Roma allora non mi allettava (ironia della sorte: ci vivo da 24 anni...). Avrei voluto andare all'Idhec di Parigi, ma i miei non ne vollero sapere. Ne soffrii . D'altro canto, fortunatamente, mi impedirono anche di andare al DAMS di Bologna...

La  formazione la feci sui set a New York, dove lavorai per circa 5 anni dal 1983 al 1988, prima come assistente di regia/produzione, poi aiuto.
La maggior parte dei miei colleghi proveniva da scuole di cinema, in particolare i gruppi legati a Jim Jarmusch e Spike Lee avevano tutti fatto la New York Film University.
Non avendo mai frequentato una scuola di cinema, lì capii due buone ragioni per cui questa esperienza  sarebbe mancata nella mia crescita professionale.

Una scuola è un ottimo laboratorio, un luogo dove poter provare, sperimentare, sbagliare senza ricadute eccessive, in particolare dal punto di vista tecnico; soprattutto, è un posto dove poter incontrare altre persone, futuri collaboratori, stabilire una rete di relazioni senza di cui iniziare questo mestiere è praticamente impossibile (a meno di essere ricchi di famiglia, nulla di male in sè).

Ora ci sono molte scuole di cinema in Italia e quando qualcuno mi chiede se vale la pena frequentarle, rispondo sempre di sì, premettendo che non è la scuola in sè e per sè a fare la differenza, quanto l'esperienza umana e professionale che se ne può ricavare. Tanto poi, per imparare a "fare cinema", occorre la pratica e la vita.

A chi interessa - o conosce qualcuno a cui interessa - posso suggerire di dare un'occhiata alla Accademia Griffith di Roma. Non è l'unica, ma  per me è valida. Ok, vabbè, ci insegno anch'io...