IL PAPA CRETINO

La notizia forse la conoscete già.
Nel corso dell'ultimo decennio, Joseph Ratzinger, ossia Benedetto XVI, pubblica tra l'altro un trittico di volumi dedicati a Gesù, con particolare attenzione agli studi sul cosidetto "Gesù storico", nonché una "Introduzione al Cristianesimo".
Il matematico, blogger di "Repubblica" e attivista ateo Piergiorgio Odifreddi gli risponde nel 2011 con un volume intitolato "Caro papa, ti scrivo" che, fin dalla copertina, viene presentato come una “luciferina introduzione all’ateismo”.
Due anni dopo, con tanto di scuse per il ritardo, Joseph Ratzinger, nel frattempo non più Papa, gli replica con una lettera personale di 11 pagine, in cui analizza e confuta, passo per passo, le tesi di Odifreddi, invitandolo tra l'altro a non confondere, come ogni persona razionale dovrebbe fare, Gesù, i suoi insegnamenti e la storia non certo senza pecche della Chiesa e dei suoi pastori.
Odifreddi, dopo essersi consultato con la segreteria di Ratzinger, sceglie di rendere pubblica la lettera sul giornale per cui scrive e racconta l'esperienza con toni lusinghieri per il suo interlocutore e altamente lusingati per sè stesso - ma Odifreddi è fatto così, gli piace bearsi della propria scienza e intelligenza, che c'è di male?
Scrive Odifreddi nell'articolo che accompagna la pubblicazione della lettera: "Il risultato è un dialogo tra fede e ragione che, come Benedetto XVI nota, ha permesso a entrambi di confrontarci francamente, e a volte anche duramente, nello spirito di quel Cortile dei Gentili che lui stesso aveva voluto nel 2009".
Bello, no?

Facciamo un piccolo rewind.
Nel 2007, Odifreddi aveva dato alle stampe "Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)", nella cui Introduzione, faceva risalire l'etimologia della parola "cristiano" al francese cretino (chrétien che diventa crétin: è stata dimostrata infondata da vari esperti, ma l'insulto non è mai stato ritirato). Per poi allegramente dedurre: "In fondo, la critica al Cristianesimo potrebbe dunque ridursi a questo: che essendo una religione per letterali cretini, non si adatta a coloro che, forse per loro sfortuna, sono stati condannati a non esserlo".

Delle due l'una: o Joseph Ratzinger è un cretino o per Odifreddi il dialogo con i cretini è diventato possibile e anzi auspicabile, con buona pace del suo pseudo-razionalismo.

Copio e incollo da Wikipedia - ma le fonti incrociate sono numerose -  Odifreddi "ha frequentato i primi quattro anni delle elementari dalle Suore Giuseppine, la quinta elementare e i tre anni delle medie nel Seminario Vescovile di Cuneo. Tra i suoi compagni di allora monsignor Celestino Migliore, già osservatore della Santa Sede alle Nazioni Unite e in seguito nunzio in Polonia, ricorda come all'epoca si raccontasse che il giovane Odifreddi fosse uscito dal Seminario nel 1964 a causa di un calcolo (poi confermato dagli eventi successivi al 1978) della bassa probabilità per un italiano di diventare papa nell'era postconciliare".

Megalomania frustrata?
Invidia per il Papa tedesco?
O forse solo comprensibile ed estrema reazione a una pedagogia da collegio, che all'epoca dell'infanzia di Odifreddi era frequentemente ispirata più al biblico "Non risparmiare al giovane la correzione, anche se tu lo batti con la verga non morirà" che all'evangelico "Lasciate che i bambini vengano a me". Ossia del tipo "getto  via il bambino con l'acqua sporca"?
Chi lo sa?

L'unica cosa sicura è che un cretino ha porto l'altra  guancia e ha dato una bella lezione cristiana.