Non conosco personalmente Daniele Luchetti e non ho visto tutti i suoi film. Quelli che ho visto non mi avevano mai convinto. Per cui sono andato a vedere ANNI FELICI con un certo scetticismo.
E invece mi sono dovuto ricredere. Un film imperfetto e diseguale, ma ricco di idee, sincero, "necessario", capace finalmente di dire qualcosa di non banale su questo paese, la nostra storia e la nostra antropologia (direi tranquillamente di tutto l'Occidente).
Recitato magistralmente (Kim Rossi Stuart è un attore superlativo; che lui e Valerio Mastandrea non siano il nostro star system è un significativo indice del decadimento culturale e industriale del paese), girato con padronanza ma anche salutare abbandono, ANNI FELICI non è un capolavoro, ma mi ha fatto piacere vedere come un regista possa maturare e sorprendere, senza inseguire mode, facili cinismi o schieramenti ideologici.
Quel che cerca di dire poi sull'egoismo e l'immaturità mascherati da "io desidero..." e "io ho il diritto di...", ahimè, mi tocca riconoscere con un certo malessere, centra l'obiettivo.
Mi auguro che questo film vada bene, per i suoi autori, per tutti noi che facciamo questo mestiere. Molti lo criticheranno e va bene così. Molti faranno facili ironie su questa o quella frase, su un certo taglio di capelli sbagliato o sull'eccessivo prendersi sul serio dei personaggi. Anche questi esercizi fan parte del gioco e a parlar male si vince sempre.
Senza invidia, complimenti Luchetti.
P.S. E bravi anche i tuoi produttori che hanno avuto il coraggio di non andare ai festival italiani, vera metastasi del nostro cinema.