E' mancato lo scrittore, musicista e, last but not least, professore liceale di filosofia Valter Binaghi.
Gli avevo scritto un paio d'anni fa dopo aver letto alcuni suoi commenti a proposito IO SONO CON TE - che non aveva ancora visto - sul sito di Wu Ming. Mi aveva risposto subito e da allora abbiamo intavolato lunghe conversazioni telefoniche, scambi di mail e letture, due incontri franchi e intensi. Ha scritto parole lusinghiere sul film, ma questo conta poco.
Diciamola tutta: lo avevo cercato perchè, in questo nostro ambiente culturale così "libero" e "aperto", è difficile incontrare qualcuno che si definisce semplicemente cristiano, ancor di più qualcuno che si dichiara senza timori cattolico, tanto da scrivere un libro al proposito ("10 buoni motivi per essere cattolici", con Giulio Mozzi 2011, Laurana).
Come il sottoscritto, e ancor di più di lui, Valter veniva da un ambiente politico-culturale d'estrema sinistra, a metà tra autonomia creativa e infatuazioni hippie. Molto prima di me, e sicuramente non senza indicibili conflitti interni, Valter si era avvicinato al Cristianesimo attraverso lo studio e la ragione, trovando nel Vangelo non astratti ipotesi filosofiche, ma un concreto e logico percorso di salvezza, l'unico veramente radicale e capace di non generare nuove vittime.
Lui - che nel corpo portava i segni di una precoce assenza d'affetti e della disperata ricerca di essi nei luoghi meno indicati - sapeva bene che cosa voleva dire essere una vittima cresciuta senza amore. Parlavamo spesso di Alice Miller e quel nome bastava a dirci: sappiamo che cosa è stata la nostra infanzia "normale", sappiamo perché siamo così inquieti.
Per tutti questi motivi e altri ancora, Valter era un intellettuale isolato - tranne pochi, fedeli amici - detestato e irriso da tanti. Una condizione che lui soffriva e a cui si ribellava, talvolta con maldestra aggressività, altre volte scomparendo nel silenzio.
Non era un uomo per tutte le stagioni, Valter, come testimoniano in rete le sue mille polemiche con avversari accaniti e spesso superiori in numero e visibilità. Se devo essere sincero, non lo seguivo in quei passaggi, tanto mi sembrava fuori posto il suo furore. Altrettanto, il più delle volte ero d'accordo con lui, ad esempio quando sosteneva con forza che nell'aborto non c'è libertà o che un essere umano ha diritto ad una madre e un padre.
Lo ricorderò sempre con affetto e malinconia, stima e simpatia. Mi dispiace solo che non ci sia stato più tempo per conoscerci. Ora che è al cospetto del suo Creatore, sono certo che il Nazareno gli darà quella carezza a cui tutti abbiamo diritto e di cui tutti, in fondo, abbiamo un disperato bisogno.