Ristampa di UN GIORNO DI FUOCO e la moratoria per Giovanni Ferretti

Il 5 ottobre 1996 nella Chiesa di San Domenico di Alba si tenne un evento destinato a non essere mai più ripetuto: i CSI suonarono; parenti e amici di Beppe Fenoglio testimoniarono; Giuseppe Cederna e altri lessero brani dello scrittore albese; io proiettai sull'abside delle gigantesche diapositive; un manipolo di operatori, coordinati da Gherardo Gossi, filmarono. Da quella serata, i CSI ricavarono il live LA TERRA, LA GUERRA, UNA QUESTIONE PRIVATA e io il film UN GIORNO DI FUOCO. Il disco rimase in  in commercio per pochi mesi e poi venne ritirato dal commercio. Il  film, dopo la tiratura iniziale, non venne mai più ristampato. Quel disco viene oggi finalmente ristampato, in un digipack che comprende anche un DVD contenente UN GIORNO DI FUOCO, nonchè il documentario di Davide Ferrario SUL 45mo PARALLELO.Tutto questo succede mentre i PGR, gruppo nato dalle ceneri dei CSI, ha dato alla luce quello che sarà con ogni probabilità l'ultimo album della loro carriera, ULTIME NOTIZIE DI CRONACA. A mio modesto avviso, veramente bello e maturo.

L'uscita del suddetto CD ha rinfocolato il linciaggio via web che già da un paio di anni ha per oggetto Giovanni Ferretti, le sue posizioni politiche e la sua devozione cattolica. Al punto che qualcuno, leggere per credere, si è spinto al punto da indire una raccolta di firme per una moratoria (sic!) per il suddetto Ferretti, al fine di "riavere un cantante e rispedire al mittente il mistico ratzingeriano", parodiando l'iniziativa sull'aborto proposta da Giuliano Ferrara, a cui lo stesso Ferretti aveva dato convinto appoggio. Lungi da me ogni intenzione di voler prendere le difese di Ferretti, che se la cava benissimo da solo. Nè mi interessa qui dibattere le sue idee, che meritano rispetto come quelle di chiunque altro (e che non sono affatto cambiate poi così tanto nel corso dei decenni: chi ha orecchie per intendere, legga i testi di KO DE MONDO o LINEA GOTICA). Ma così come ho firmato un appello per impedire l'estradizione di Cesare Battisti (con cui condivido ben poco, se non, forse, una lontana militanza nell'estrema sinistra negli anni '70, ma  che trovo assurdo usare come capro espiatorio della mancata elaborazione del terrorismo da parte delle istituzioni), non posso non trovare oscena e patetica la caccia alle streghe contro Ferretti (con cui, a dispetto della divergenza di opinioni su certi temi, condivido ben più di un'amicizia di lunga data). Nulla è più penoso che vedere i  paladini della democrazia progressista e della tolleranza razionalista che, invece di prendersela con i propri padri reali, si accaniscono contro i simulacri della loro nevrosi, insultandoli e denigrandoli. Ma, si sa, è sempre più facile vedere la pagliuzza nell'occhio del fratello che la paura che ci acceca.