Sono legato a questo progetto per molte, non sempre evidenti ragioni.
La prima è l'incontro con Wu Ming.
La seconda, la libertà con cui abbiamo lavorato.
La terza che mi sono divertito senza l'assillo di dover rispettar le regole.
La quarta che ha segnato la fine di un percorso (politico e culturale) e l'inizio di un nuovo cammino (umano, tutto il resto ne discende).
La lentezza non è un'ideologia, ma un orizzonte in cui l'improvvisazione non è sinonimo di faciloneria e il lavorar duro non significa vendersi per un salario o per la gloria.